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  • federicobarsanti2

ISTINTO PRIMARIO




Avremmo necessità di creare una Società Poetica! Non parlo di qualcosa che sta là fuori, ma all’interno di noi: fare ordine e cercare di comprendere come funzionano le cose dentro di noi è l’inizio. L’istinto primario è un animale carnivoro in agguato nascosto dietro ad un cespuglio: tu passi nei paraggi e quello, se è affamato, ti salta addosso e ti dilania. Tutti abbiamo dentro questo animale affamato al punto di azionarsi a velocità indicibile. E chi è la preda? Io, tu, voi, noi, tutti. L’istinto primario è un Personaggio che possiamo già vedere in azione quando qualcosa ci indispone; basta poco… ci sentiamo offesi da chicchessia o da qualcosa, subiamo un’interferenza, anche un piccolo abuso... quando in auto ce la prendiamo con un altro automobilista, così come quando lanciamo offese contro il governo e i politici, contro qualcuno che la pensa in maniera diversa dalla nostra… Di solito entra in scena a braccetto con un altro personaggio il cui nome è Vittima: insieme sono una forza inaudita. L’istinto primario ci aiuta anche a sopravvivere, a cavarcela in situazioni pericolose, certo, questo non va dimenticato. Ma l’istinto primario vuole tutto e subito, non sopporta interferenze e tira avanti senza fermarsi di fronte a niente e a nessuno. Tempo fa una persona ha scritto sotto un mio video sul Web (in cui parlavo di Strategia Poetica) “ma vai affanculo frocio di merda”. Sui social l’istinto primario sembra aver trovato l’habitat ideale. In fondo è cambiato poco rispetto a due o cinquemila anni fa. Come usare l’istinto primario in modo più equilibrato? Per imparare a farlo bisogna intraprendere un viaggio all’interno di noi e immaginarci di essere figli di noi stessi. Quando un bambino è impaurito cerca la mamma o il papà, i quali forniscono protezione (dovrebbero). Ecco, noi non sappiamo proteggere noi stessi, non abbiamo strumenti poetici necessari. Quando ascolto mia figlia che scoppia a piangere o si arrabbia per qualcosa, me ne sto lì vicino a lei ZITTO finché non ha terminato di esporre i suoi sentimenti. Ci sono dei momenti in cui mi devo mordere la lingua per farlo, non intervenire, dico. Metto in disparte il mio istinto primario (l’egoico che vorrebbe subito agire) e apro all’ascolto, calandomi in lei, mia figlia. Molto banale dice tuo ego, poiché con tua figlia ci sono in ballo un sacco di cose a livello personale che non puoi paragonare con il resto degli eventi quotidiani. Ecco il punto: creare silenzio dentro di noi ci permette, invece, di aprirci all’ascolto. E’ attraverso il silenzio che possiamo connetterci profondamente con il nostro istinto primario e comprendere come agisce in noi e sugli altri. In caso contrario lasciamo che l’animale salti fuori dal cespuglio e ci azzanni. La nostra società è una comunità egoica-compulsiva. Provate voi a non dare voce al vostro istinto primario per un intero giorno! Missione (quasi) impossibile, lo so. Ma… pian-piano...


P.S. Buone esplorazioni!

P.S. del P.S. Comincia adesso!


Se ti è piaciuto il mio articolo p ti ha solleticato reflessioni rispondimi, sono felice.

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