Ha l’argento vivo addosso! Quante volte da bimbo sentivo ripetermi questa frase. Intuivo che si riferiva a certe mie apprensioni-ansie-inquietudini-angosce-scalmanerie che esternavo in modo talvolta maldestro e perfino pericoloso, in una parola: vulcanico. Per loro - gli adulti - a quei tempi ero “soltanto” un bambino vivace, agitato, ma probabilmente oggi mi avrebbero portato in visita da qualche “esperto”. Chissà come sarebbero andate le cose se ciò fosse avvenuto! La vita è questione di fortuna - leggi culo- altroché. Andiamo in giro come squinternati in cerca di chissà che cosa, quando abbiamo tutto e siamo già tutto, anzi, meglio, niente. Irrequietezza, bellezza, ansia, angoscia, calma, paura, terrore, beatitudine, gioia, inquietudine, cattiveria, riso e così via, sono noi e noi li possediamo e ne siamo posseduti. Si passano settimane, mesi, anni a perseguire un obiettivo, smettiamo di perseguirne uno e saltiamo da uno all’altro o a più contemporaneamente in modo compulsivo, li mandiamo a quel paese - gli obiettivi - li trituriamo e alla fine ce ne dimentichiamo anche. Ci sono le eccezioni, certo, non scaldiamoci troppo, magari una sei proprio tu. La vita è questione di culo - leggi fortuna - altroché, dice il laconico saggio. Ma subito ecco giungere un altro saggio che dice e dimostra il contrario. Dopo di che ne arriva un altro il quale prova quanto fortuna e sfortuna non c’entrino e che abbiamo preso un abbaglio bell’e buono - come al solito. Poi giunge un altro saggio che attingendo al controverso discorso, conia la teoria sulla cosmologia dell’anima collegata agli avvenimenti dell’esistenza di ogni singolo individuo, et cetera. L’irrequietezza è noi. Non avremmo altrimenti potuto inventare l’arte, il denaro, la guerra, la cultura, la pace, i giochi, il lavoro, il burocratese per fregarci a vicenda e fregare il mondo, i viaggi, gli studi, i voti, le commedie, le tauromachie, i giochi olimpici, i gladiatori, le armi e il loro super commercio, il turismo, i partiti politici, gli aeroplani e le auto, le squadre di calcio, le preghiere, i massacri, il tennis, i ristoranti, lo sci, l’amore, le escursioni, le radiografie, i passaggi a livello e i semafori e le multe e quanto vogliamo aggiungere alla lista... Del resto… ci annoiamo a morte! Eccoci esauditi! Ti piazzo lì l’irrequietezza e siamo tutti bell’e che morti: abbiamo qualcosa a cui dare la colpa – ops, la responsabilità. E giù di calmanti e palliativi vari, c’è l’imbarazzo della scelta, no? Le nostre irrequietezze non ci danno tregua. Ma sì! Io irrequieto, tu irrequieti, egli-ella-esso irrequieta, noi irrequietiamo, voi irrequietate essi irrequietano. Smettiamola di andare in cerca di qualcosa!
Almeno per oggi… Che avevi capito?
LOVE
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