E tu che ne pensi?
- federicobarsanti2
- 8 mag
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Frequentemente ci confondiamo. "L’impatto biologico di guerre, violenze, catastrofi e altre fonti di stress intenso persiste infatti a lungo, e produce cambiamenti ereditabili (o epigenetici) che potrebbero influenzare la salute aumentando, ad esempio, la suscettibilità ad ansia e depressione. È quanto emerge da uno studio internazionale, pubblicato di recente sulla rivista "Scientific Reports" (fonte da Today scienze"); ma è vero anche che chi non vive in territori martoriati da guerre e pestilenze simili, in qualche modo è un essere con una densità di rabbia repressa interiore non indifferente: ciò ci spinge a coltivare e alimentare - senza esserne così consapevoli, purtroppo - una educazione, una pedagogia che tendono ancora ad avallare, nel migliore dei casi, la apparentemente innocua frase "una sberla ogni tanto non ha mai fatto male". Questa frase però nasconde una voragine... nella quale poi finiamo o siamo finiti tutti. E il risultato lo abbiamo di fronte ogni giorno: società che ci induce a "fare carriera a ogni costo", "prevaricare sugli altri senza guardare in faccia a nessuno", "spettegolare senza ritegno", "ulrare o malmenare fisicamente i figli", "mi difendo e attacco", "Mors tua vita mea", politici che usano linguaggi rabbiosi, sul limite della volgarità, insomma, e via dicendo. I bimbi non vanno toccati neppure con un dito. Il nostro bimbo che "era" come sta? E tu, che ne pensi?
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La violenza lascia tracce ereditabili nel genoma umano
© TodayLe guerre siano un fattore del nostro DNA;
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