COSA SIGNIFICA SCOPRIRCI?
- federicobarsanti2
- 21 lug
- Tempo di lettura: 2 min

(...) Quando cominciai a studiare e praticare Teatro la prima cosa che scoprii era che… dovevo scoprirmi! Il gioco di parole è perfetto per comprendere quanto fosse ardimentosa l’impresa. Mi accorsi fin da subito di quante sovrastrutture bloccanti occupassero il mio mondo interiore molte delle quali mi facevano sentire al calduccio. Togliere quelle coperte non è facile e si può fare compiendo piccole azioni quotidiane: altrimenti il nostro ego ci fa ritrarre attraverso la paura allontanandoci da noi stessi.
Il bimbo è un essere che si trasformerà in qualcos’altro, e nel suo modo di essere, rispetto a quel qualcos’altro che sarà, ha con sé ancora una certa purezza.
Il linguaggio brancola nel buio: cerco di ricordarlo più spesso. Ho necessità di mettermi in pausa, là dove, forse, le mie parole possono trarmi molte volte in inganno.
Da cosa crediamo che derivino le guerre con i suoi orrori, ad esempio?
Da che cosa crediamo che derivino le liti con i nostri parenti o con i vicini di casa?
Da che cosa pensiamo che derivino l’astio e la rabbia verso cose e persone?
Si tratta di derive. Ogni cosa che quotidianamente lasciamo perdere per nostra fatica se ne va alla deriva e genera paura con tutti i suoi “derivati”.
Ogni cosa che coltiviamo quotidianamente con poeticità unendola all’ascolto della nostra parte egoica germoglia e genera inizi. Per questo noi dovremmo imparare a seminare inizi per i bambini e per noi stessi – non importa se abbiamo o meno figli, seminiamo. Seminiamo iniziando fin da adesso a immaginare di farlo attraverso i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni, le nostre conversazioni, l’esempio poetico insomma. Questo ha a che fare con generare Affetto, attraverso il quale si potrà giungere, un giorno, a vivere in una società che comprenda bene il linguaggio automatico del nostro ego e che potrà quindi interagire con esso generando vere trasformazioni: si sarà creato allora un reale dialogo interiore. A quel punto inizieremo a conoscerci, diversamente da adesso che possiamo farlo soltanto da dentro il nostro piccolo territorio egoico. (...)
Dal mio nuovo libro ("Tutti figli che siamo: Strategia Poetica per i nostri bambini") a cui sto lavorando
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