
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”. Non sempre tutto ciò che vediamo è ciò che guardiamo. Non tutte le volte che guardiamo riusciamo a vedere. Anzi, taglio corto e acconsento senza farmi prendere da inutili ansie: niente è come appare. State calmi! Si tratta di una citazione. Ecco, vedete, vorremmo dire e fare sempre qualcosa di nuovo, cose che gli altri - i famigerati “altri” - non hanno ancora detto o pensato o scritto o fatto, eccetera. Sapete che significa la parola eccetera? Et cetera: e le restanti cose, ed altro, e (il) rimanente. Ma mi domando: non volevo parlare di amicizia? Anzi, no, ho scritto “amicizie”. Dai, non principiamo a sofisticare! Il “migliore” amico! La “migliore” amica! Tutto questo ci rimanda subito ad una visione infantile o adolescenziale della nostra esistenza - sottinteso che ci sono tanti adulti che affermano di avere il loro “migliore amico”. E quando e se questi adulti scoprono di non essere corrisposti? Vi racconto questa cosa: c’erano due amici, uno dei quali un giorno aveva criticato l’altro in sua assenza di fronte ad altre persone. L’altro è venuto a saperlo e si è sentito tradito. Amicizia fasulla, etcetera commentarono (quasi) felici in tanti. L’amicizia non andrebbe messa sotto la lente del microscopio, analizzata, vivisezionata, reclusa in luoghi asettici e protetta da potenziali virus, come spesso accade. L’amicizia nasce da un luogo che è mistero, cosa vogliamo saperne noi! Si dipana segretamente attraverso reti di accadimenti, fatti, svolgimenti e risvolti piccoli, grandi, fittissimi, molti dei quali avvengono senza che le due persone coinvolte vi partecipino necessariamente insieme. Vi ricordate del primo vostro amico o amica, sì, nell’infanzia? Immaginario o concreto che fosse non è così semplice spiegare e forse capire quali siano stati i meccanismi che ci hanno collegati a quel meraviglioso legame primordiale. Può essere qualcosa di simile all’innamoramento tutto questo, ma è differente nella sostanza, nella forma e nell’anima o forse è la stessa identica cosa, valla a capire! L’amicizia profonda, chissà, forse trascorre la maggior parte del suo tempo appartata, silenziosa, quasi fosse una creatura notturna che esce dal proprio rifugio poiché mal sopporta la luce. Pressoché imperscrutabile, recondita e illuminata da tutto non desidera e non fa richieste, spalanca le braccia, dà ciò che non credeva di possedere e non sta a lambiccarsi dell’infinito, degli universi, della morte e dei millenni trascorsi e futuri. L’amicizia non è cosa e neppure persona, è intangibile, concreta e meravigliosa come la chiusura di una giornata che è volata via liscia come olio. E’ potente, tremenda e sfaccettata e intensa come la verità; se ne va a spasso spensierata come il riso di un bimbo, il suo linguaggio è semplice e schietto, terribile e illuminante come un’apparizione. Di rado siamo disposti ad ospitarla o ad elargirla e forse ancor meno quando dobbiamo spartirla con più persone. E’ difficile essere interi. Siamo solo umani. Niente è come appare. E … il naufragar m’è dolce… nel mare dell’amicizia.
P.S. L’amico che si sentì tradito andò a domandare chiarimenti e i due proseguirono la loro amicizia, et cetera.
Grazie se vuoi lasciare un commento, altrimenti… amici come prima!
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