Zone Poetiche o distruzione continua?
- federicobarsanti2
- 16 lug
- Tempo di lettura: 1 min
(...) Quando siamo davanti a un paesaggio noi adulti discerniamo, giudichiamo, diamo valutazioni usando parole bellissimo, fantastico, mozzafiato, brutto, orrendo, grigio e via dicendo, proprio perché… avendo davanti a noi il paesaggio lo guardiamo, lo osserviamo, soprattutto attraverso le emozioni. In verità noi vi stiamo (solo) “davanti” e anche quando ci troviamo fisicamente dentro lo osserviamo sempre da “fuori” ovvero da un dentro egocentrico, mai poetico, avendo continuamente bisogno di abbeverare emozioni.
Il bambino però… non sta davanti, è pezzo vivente del paesaggio. Ecco: il bambino essendo nel (proprio) presente lo vive con coscienza altra, adiacente, comunicante a quella del mondo, molto differente dalla nostra di adulti (fatta di mente e corpo condizionati); se questa può apparire cosa ovvia da scrivere, mettendoci in ascolto comprendiamo subito che non è così e che nel quotidiano, anche senza volerlo, imponiamo ai bambini il non presente strappandoli continuamente al proprio tempo ossia alla propria zona poetica - a quel sempre di cui scrivevo poco sopra.(...). Il mondo umano va continuamente in malora proprio perché insistiamo su educazioni che sono tutt'altro che Educazione.(...)
Tratto dal mio nuovo libro che sto uscirà il prossimo anno (Strategia Poetica dedicata ai bambini... o meglio ai genitori).
Grazie se vuoi condividere parole con me


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