Domande Poetiche

Non vivere

Scivolare, cadere

Morire con dolore

Ho un ricordo che spesso riappare:

il mio nonno materno. Serio, austero, sempre ben pettinato e con il mento pronunciato. Era rimasto vedovo di mia nonna abbastanza presto. Era all'inizio degli anni '80 ed aveva perso una gamba, così camminava aiutato da una stampella. Quando capitava che, muovendomi, da bambina un po' agitata che ero (avrò avuto 4-5 anni), gli pestavo inavvertitamente il piede, lui cammuffava un'imprecazione esclamando in modo burbero un bell' "orca madóntena!"... ed io, spaventata mi chetavo all'istante. Ricordo anche che spesso comprava i vestiti delle Barbie per me e mia sorella, il gelato, le patatine.... Anche se ho goduto davvero poco della sua presenza, il suo ricordo lo porto ancora nel cuore.

Credo nasca alla base da una mancanza: potrebbe scaturire dal desiderio di sentirsi ascoltati ed accettati, e dalla constatazione che la considerazione ricevuta dagli altri non è all'altezza delle nostre aspettative. Questo ovviamente non è giustificare l'aggressività.

Sento che la mia vita  acquista valore se riesco a ritagliare durante le mie giornate uno spazio per imparare a portare nel mondo tutto quello che sono, se do spazio alla mia verità.

E anche se riesco a ritagliare uno spazio per accogliere nuove verità che si accordano con il mio sentire o mi spronano a riflettere

I contenuti che condividi sono belli, Federico.

L'organizzazione, l'aggiornamento e la chiarezza dei contenuti impeccabili.